Dalla P2 (tessera 1816) al Quirinale. Dopo il fondo c’è ancora il fondo e poi spaventosa e annichilente si spalanca una voragine. È sempre lui: l’ex cavaliere…

Dopo il fondo c’è ancora il fondo e poi spaventosa e annichilente si spalanca una voragine.
È sempre lui: l’ex cavaliere…
Ma poi perché mai ex? Qualcuno per caso ricorda?
Avrà mica avuto problemi con la giustizia? Magari una condanna? Una sentenza penale di condanna passata in giudicato? Ma no… Caspita, stiamo parlando di colui che potrebbe essere il nostro prossimo Presidente della Repubblica.
Certo si fa presto a dire che malauguratamente, tutti tranne uno, i procedimenti penali a suo carico non si sono conclusi con una sentenza di condanna definitiva a suo carico per declaratorie di prescrizione, depenalizzazioni, amnistie di tutto e tutti i reati contestatigli.
Conta poco sottolineare che alcuni procedimenti a suo carico sono stati archiviati già in fase d’indagine, nel corso di altri procedimenti istaurati il nostro povero e perseguitato ex cavaliere è stato prosciolto, poi vi sono stati ancora altri processi in cui sono state pronunciate in primo grado o in appello sentenze di condanna e poi di assoluzione in via definitiva e dopo ancora e ancora…
Ma direi che per adesso con questo può bastare.
Ora non ci resta che camminare incerti sull’orlo di un fetido precipizio. Appellarsi al buon senso, alla ragione non serve; resta solo il profondo e viscido ridicolo della cosa.
Povera Italia, un vecchio piduista Presidente della Repubblica; cos’altro poteva capitarci?
Ricordiamo brevemente che l’ex cavaliere fu condannato in via definitiva a ben quattro anni di detenzione per il processo Mediaset di cui ben tre anni bonificati da un provvido indulto.
Il nostro ha dovuto subire l’onta di pagare l’anno di condanna rimastogli relegato, poverino, all’umiliante compito di scontare la sua pena ai servizi sociali presso la clinica “Sacra Famiglia” di Cesano Boscone.
Ma niente paura, il nostro ex cavaliere ne è uscito più che intonso come un poppante ripulito tra le braccia amorevoli della sua balia.
Così ha avuto la sua piena riabilitazione ed è pronto per il suo sogno e il nostro incubo.
Consideriamo ancora, per gioco, altri procedimenti nei quali il povero ex cavaliere è stato coinvolto, e iniziamo da quelli conclusi.
Tanto per cominciare sin dai primordi, quasi con una lieve eco di nostalgia, chissà chi si ricorda di un lontano finanziamento illecito al partito socialista? Dice più niente Iberian 1?
Secondo il nostro, il processo a cui è stato sottoposto ricevendo l’ennesima condanna questa volta a due anni per essere tosto nettato in appello, è la prova più lampante di quella “persecuzione dei giudici” a cui l’ex cavaliere, poverino, ha dovuto “inerme” soggiacere
Infatti la terza sezione della corte d’Appello di Milano che ha celebrato il famoso processo “All Iberian”, che ormai tende a svanire nel ricordo dei più, in cui si indagò sui fondi neri trasferiti all’estero grazie a una società di comodo. ha dichiarato prescritto il reato per cui aveva subito in primo grado una condanna a due anni e quattro mesi di reclusione e una multa di dieci miliardi di lire. Per lo stesso motivo sono stati assolti anche tutti i suoi compagni di merenda.
Ed ecco il processo Mediaset (E qui, come detto, c’è scappata la condanna).
Ci è toccato assistere al poco edificante spettacolo del nostro ex cavaliere già piduista che sogna di diventare tra qualche giorno il prossimo abitante del Quirinale, inciampare rovinosamente sulle sue malefatte.
In questo processo, infatti, il vecchio ex cavaliere fu condannato in ogni grado, primo, secondo e terzo fino, quindi, alla condanna definitiva. Il motivo? L’importazione di film dagli Stati Uniti all’Italia nell’ambito della quale il nostro geniale ex cavaliere aveva messo in piedi un sistema con cui era riuscito a incassare negli anni maggiorazioni di costo di ben 368 milioni di dollari, ovviamente celati al più odiato dei suoi nemici, il fisco.
Si pensi un po’, quegli impiccioni dei giudici si sono messi a perseguitare un povero cittadino ficcando il loro naso indiscreto in maleodoranti cose molto personali avendo addirittura l’ardire di valutare, come si permettono, prove, testimonianze e come se non bastasse, addirittura documenti bancari.
Poi si spalanca la cloaca delle sentenze di non doversi procedere per prescrizione, ma va, dei termini; tra di esse ecco presentarsi il Lodo Mondadori, il finanziamento illecito al partito socialista, i bilanci Fininvest 1988 e 1992, il processo Lentini per falso in bilancio, E poi e poi… dice niente la corruzione dell’avvocato David Mills? L’Unipol? E ancora la corruzione del senatore De Gregorio?
Ecco, c’è ancora il capitolo delle sentenze di non doversi procedere per intervenuta, provvidenziale, amnistia: qui troviamo il falso in bilancio nell’acquisto dei terreni di Macherio. Una falsa testimonianza: e cosa vuoi che sia?
Poi ci sono le gloriose sentenze di assoluzione perché il fatto, si badi bene, non costituisce più, e ripeto più, reato: un falso in bilancio, tanto caro al nostro, ma questa volta aggravato. Dice niente All Iberian 2?
Ed ora, tanto per sgravare un po’ l’animo del nostro povero ex cavaliere veniamo alle benedette sentenze di assoluzione per insussistenza del fatto: caspita, è pur servita a qualcosa la costosissima pletora di “azzeccagarbugli” già “principi del foro” che hanno speso la loro faccia per il loro munificentissimo assistito, in cambio, perché no, di un posticino in parlamento:
ed ecco il processo SME; un po’ di tangenti alla compiacente guardia di finanza; poi con Telecinco ci si concede anche qualche bel viaggietto in Spagna; e poi e poi ancora Medusa cinematografica; e Mediatrade?
Non dimentichiamoci del caso della bella Ruby, già nipote dell’allora premier egiziano Mubarak, e menomale che ci scappa anche una risata; e poi, tanto per concludere, ancora Ruby e ancora l’ennesima inchiesta denominata Ruby ter.
Ed ecco la volta dei procedimenti archiviati:
una spartizione dei diritti pubblicitari Rai-Fininvest; tanto per gradire e per non annoiarsi c’è anche sullo sfondo “traffico di droga”; le sempre presenti tangenti fiscali concernenti le pay-tv; un concorso esterno in associazione mafiosa; il caso Saccà;.
Ma non ci si ferma certo qui. Anche se, me ne rendo conto, la cosa sta diventando insostenibilmente noiosa, cerco di finirla qui aggiungendo solo qualche altro procedimento caduto nel vuoto.
Spartizione pubblicitaria con la RAI… Il grande schifo della droga… Tangenti per ammorbidire e addormentare il fisco… La tragedia infinita di alcune stragi… Concorso esterno in associazione mafiosa… Voli di Stato… Diffamazione aggravata dall’uso delle sue televisioni: Fininvest o RAI che siano… Inchiesta Trani…
E ancora, ancora:
Svariate udienze preliminari… Processo escort… Finanziamento illecito ai partiti… Corruzione dei senatori Razzi e Scilipoti… Rapporti con la mafia…
Ed eccovi servito un possibile Presidente della Repubblica.
È giusto parlare di incubo?

Dimitri Maria Pierri