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Associazione Mondragone Bene Comune
Comunicato stampa
Il Sindaco delle cerimonie e la trasparenza che non c’è!

Il Codice Antimafia (D.Lgs. num. 159 del 06 settembre 2011), come è noto, impone agli enti locali di mettere a disposizione di tutte e tutti i dati sui beni confiscati trasferiti al loro patrimonio, pubblicandoli in un apposito e specifico elenco.

Una previsione ulteriormente rafforzata dalla legge di riforma del Codice, che, nel 2017, ha introdotto la responsabilità dirigenziale in capo ai comuni inadempienti: “Gli enti territoriali provvedono a formare un apposito elenco dei beni confiscati ad essi trasferiti, che viene periodicamente aggiornato con cadenza mensile.
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L’elenco, reso pubblico nel sito internet istituzionale dell’ente, deve contenere i dati concernenti la consistenza, la destinazione e l’utilizzazione dei beni nonché, in caso di assegnazione a terzi, i dati identificativi del concessionario e gli estremi, l’oggetto e la durata dell’atto di concessione.
Avv.Giovanni Lavanga Sindaco di Mondragone
La mancata pubblicazione comporta responsabilità dirigenziale ai sensi dell’articolo 46 del Decreto Legislativo 14 marzo 2013, n. 33.” In questi giorni LIBERA ha presentato la terza edizione del suo rapporto “RimanDATI” sui beni confiscati e ancora una volta certifica che in Campania su 140 comuni che hanno beni, 52 non pubblicano i dati e anche molti di quelli che li pubblicano non rispettano comunque quanto stabilito dalla legge.

All’inizio dello scorso novembre l’Associazione Mondragone Bene Comune aveva segnalato il rapporto sui beni confiscati del Centro di servizio per il volontariato di Caserta, evidenziando che Mondragone, stando a questo Rapporto, ha 14 beni destinati (avendo terminato il loro iter giudiziario) e 55 in gestione, per un totale di 69 beni.

L’AMBC in quella circostanza sottolineava però che di questi beni purtroppo si sa molto poco: https://www.casertanotizie.com/politica/2023/11/02/associazione-mondragone-bene-comune-beni-confiscati-beni-liberati-beni-comuni/.
Alla nostra segnalazione seguì una timida prese di posizione dell’Amministrazione Lavanga che – per mezzo stampa – promise che si sarebbe attivata per migliorare le informazioni relative ai beni confiscati presenti sul sito istituzionale. Sono trascorsi quasi 6 mesi e siamo ritornati a verificare cosa compare attualmente sul sito istituzionale.

Dalla Home page, siamo andati ad “Amministrazione trasparente”, da qui a “Beni immobili e gestione patrimoniale” e successivamente a “Ricognizione dei beni confiscati” (attraverso una “navigazione” non proprio agevole: le info sui beni confiscati non sono in evidenza e di facile approccio).

Ma alla data del 19 aprile 2024, cliccando quest’ultima barra, compariva la dicitura “Documento temporaneamente non disponibile”. L’operazione è stata ripetuta il 21 aprile 2024 con i medesimi risultati: <ahref=”https://cloud.urbi.it/urbi/progs/urp/ur1UR033.sto?DB_NAME=n200850&NodoSel=52.” rel=”noopener” target=”_blank”>https://cloud.urbi.it/urbi/progs/urp/ur1UR033.sto?DB_NAME=n200850&NodoSel=52.
C’è il “Ministro delle cerimonie” (scovato dal presidente De Luca) e c’è il “Sindaco delle cerimonie”, sempre più a proprio agio (e in tiro) tra un taglio del nastro e un protocollo farlocco e sempre più allergico alla trasparenza e al buon governo.

Tuttavia, nessun “Sindaco delle cerimonie” potrà mai eguagliare i livelli da capogiro del “Consigliere della braciola”.