Associazione Mondragone Bene Comune

Comunicato stampa

In ricordo di AMATO LAMBERTI e della sua attenzione per MONDRAGONE
Domani Amato Lamberti avrebbe compiuto 81 anni.

Era nato il 6 aprile del 1943 ed è morto, non ancora settantenne, nel 2012.

Docente di Sociologia della devianza e della criminalità presso la Facoltà di Sociologia della Federico II, assessore alla Normalità del comune di Napoli dal 1993 al 1995, presidente della provincia di Napoli dal 1995 al 2004 (un’Amministrazione provinciale che – come evidenziato dal deputato Francesco Emilio Borrelli – risanò dopo il dissesto finanziario causato dalla precedente amministrazione), tra i fondatori dei Verdi Ecologisti e Civici e, soprattutto, fondatore e direttore dell’Osservatorio sulla Camorra della Fondazione Colasanto.

Amato Lamberti è stato il primo ad affrontare in modo sistematico lo studio della camorra moderna, depurandola di stereotipi e leggende.

Nel bel film di Marco Risi, Fortapàsc, con protagonista il compianto Libero De Rienzo, che ricostruisce gli ultimi quattro mesi di vita di Giancarlo Siani, il cronista de “Il Mattino” ucciso dalla camorra a Napoli il 23 settembre 1985 quando aveva da poco compiuto 26 anni, è Renato Carpentieri ad interpretare Amato Lamberti, direttore del periodico “Osservatorio sulla Camorra” nonché maestro – di vita e di professione – di Giancarlo Siani, al quale aveva lucidamente spiegato che per portare alla luce le collusioni delle amministrazioni locali con la camorra, avrebbe dovuto seguire il flusso dei soldi arrivati a pioggia in Campania dopo il terremoto del 1980.

Amato Lamberti aveva particolare attenzione per Mondragone ed era stato l’unico a contrapporsi frontalmente con il suo Osservatorio e la sua Rivista alla criminalità organizzata negli anni più bui della nostra città.

Non siamo tra quelli che amano appuntarsi sul petto la medaglietta della lotta alla legalità e dell’impegno contro la criminalità organizzata.

Ma non possiamo certamente dimenticare lo straordinario lavoro di informazione, di proposta, di testimonianza e di denuncia che i nostri Consiglieri comunali dei Verdi, Giampaolo Romano e Antonio Taglialatela (l’indimenticato Tatonno), portarono avanti negli anni che precedettero lo scioglimento dell’Amministrazione comunale di Mondragone per infiltrazioni mafiose. Un lavoro che continuarono gli amici impegnati nella sfortunata e breve esperienza amministrativa all’indomani del commissariamento e successivamente – senza soluzione di continuità – da Giancarlo Burrelli in Consiglio comunale, da alcune Associazioni e Movimenti sul territorio e negli ultimi anni dall’AMBC.

Un lavoro che fino alla sua morte Amato Lamberti ha sempre seguito con attenzione.

Così come non possiamo dimenticare che insieme ad Alfonso Pecoraro Scanio fummo felici di proporre nel 1994 per il nostro collegio proprio ad Amato Lamberti la candidatura con i Progressisti alla Camera dei deputati. Pur sapendo, sondaggi alla mano, che si trattava di una missione impossibile (era l’anno della discesa in campo di Berlusconi), Amato Lamberti accettò con entusiasmo proprio per poter dar corpo ad una candidatura in grado di testimoniare l’impegno concreto contro l’illegalità, la corruzione, la camorra e l’intreccio tra politica, amministrazione e criminalità organizzata nel nostro territorio. A patto però, ci disse, che non lo avremmo mai accompagnato fuori Mondragone durante la campagna elettorale (viaggiava sempre da solo, con la sua auto e i suoi pensieri). Si sentiva nel mirino e non voleva mettere a repentaglio l’incolumità di altri.

Per noi fu un enorme dispiacere (anche perché era molto piacevole stare in sua compagnia, sia restando in silenzio che ascoltandolo e confrontandosi con lui), ma a Mondragone per tutta la campagna elettorale fummo comunque sempre fianco a fianco, anche durante qualche particolare incontro pubblico ravvicinato.

E quel 17% o poco più di consenso che ottenne dimostrava che c’era comunque un pezzo di territorio che voleva affrancarsi dal malaffare e dalla politica compromessa con il sistema criminale.

Fu il tempo (come sempre galantuomo) a confutare l’accusa di strabismo che gli fu rivolta durante quella intensa campagna elettorale: gli anni che seguirono e soprattutto lo scandalo del CE4 e dell’ECO4, i processi, le condanne e gli arresti (anche di politici), resero infatti amaramente tangibile quanto Amato Lamberti da anni andava denunciando e quanto aveva evidenziato – con il suo stile fermo ma pacato – anche durante quella campagna elettorale a Mondragone e dintorni.

La nostra città continua a non essere attenta con chi ha lottato per liberare il territorio dal crimine e dall’illegalità. Nei giorni scorsi avevamo proposto di intitolare qualche bene confiscato o qualche pubblica struttura (o via o piazza) a don Peppe Diana (avevamo commesso un errore non ricordandoci che la villa confiscata di Via della Rifiorita era già stata intitolata ai poliziotti Vincenzo Bencivenga e Ulderico Biondani, uccisi in un conflitto a fuoco mentre compivano il loro dovere di servitori del nostro Paese… anche se di quella intitolazione resta oggi ben poco …).

E anche per Amato Lamberti avanziamo la stessa proposta.

Così come proponiamo l’istituzione di una Giornata della Memoria Cittadina delle Vittime della Camorra e in Ricordo di coloro che hanno combattuto contro la criminalità organizzata.

Una Giornata per ricordare chi è caduto per mano della criminalità e chi ci ha lasciato una grande eredità di lotta e d’impegno civile.

Per noi, oggi e per sempre, resta il ricordo di Amato Lamberti come di un uomo gentile, sobrio, competente, generoso e rigoroso. Restano gli insegnamenti di un Maestro, che abbiamo avuto la fortuna di incrociare.

Resta il conforto di essere comunque stati in sua compagnia (una buona compagnia) dalla parte giusta.

Concludiamo segnalando che è in corso il bando dell’undicesima edizione del Premio Nazionale “Amato Lamberti” e le domande potranno essere inoltrate entro il 06 maggio 2024.