DIECI TRA ARRESTI DOMICILIARI CUSTODIA IN CARCERE E DIVIETI DI DIMORA I PROVVEDIMENTI EMESSI IERI 16 DICEMBRE DAL PROCURARE DELLA REPUBBLICA CARMINE RENZULLI DOPO LE INDAGINI DEI CARABINIERI DI MONDRAGONE DURATE CIRCA DUE ANNI PROCURA DELIA REPUBBUCA DI SANTA MARIA CV

Questo il Comunicato Stampa
Nella, giornata odierna, i Carabinieri della Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Mondragone hanno dato esecuzione ad una ordinanza applicativa di misure cautelari, in particolare della custodia in carcere, degli arresti domiciliari nonché del divieto di
dimora nelle province di Napoli e Caserta, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta di questa Procura, nei confronti di dieci persone nei coitfronti delle quali sono emersi gravi indizi in ordine ai reati di spaccio di sostanza stupefacente.

Il provvedimento è scaturito da una complessa attività di indagine, coordinata da questo Ufficio, iniziata nel mese di settembre dell’anno 2019 e tenninata nel mese di febbraio deìl’anno 2020, durante la quale è emersa una frequente attività di spaccio all’intemo della casa di reclusione “G.B. Novelli” di Carinola, gestita da diversi detenuti cola ristretti, i quali, coadiuvati da soggetti esterni, eludendo i controlli della polizia penitenziaria, dapprima effettuavano gli ordinativi di stupefacente (principalmente hashish) utilizzando telefoni cellulari, illecitamente detenuti all’intemo del carcere, con i quali contattavano i propri parenti o comunque i fornitori e poi introducevano, per il loro tramite, all’interno del carcere la sostanza che veniva venduta ad altri detenuti con un sovrapprezzo del cento per cento rispetto al costo di acquisto.

Il corrispettivo per l’acquisto dello stupefacente veniva comsposto dai detenuti con ricariche su carte propagate del tipo postepay intestate a soggetti diversi dagli spacciatori.

Le risultanze investigative hanno consentito di far emergere le molteplici modalità con cui la droga veniva introdotta atl’intemo della casa di reclusione: in alcune circostanze, veniva occultata dai parenti dei detenuti sulla loro persona in occasione dei colloqui; altre volte veniva introdotta mediante l’utilizzo di droni, manovrati da soggetti all’estemo del carcere, ai quali erano agganciati pacchi contenenti la sostanza stupefacente e, a volte, anche telefoni che si avvicinavano alle finestre delle celle in orar! notturni in modo da eludere la vigilanza; altre volte ancora, veniva nacosta all’interno di palloni da calcio lanciati dall’estemo del carcere oltre il muro perimetrale ove si trova il campo da gioco, per poi essere recuperato dai detenuti.

Santa Maria CV, lì 16 dicembre 2021 proc. ff Carmine Renzulli