Tutto succede nel mondo, sì nel mondo tutto si muove e precipita, vedi Russia e Ucraina, dove il piccolo Hitler o Stalin, che dir si voglia, al

secolo Vladimir Putin, sogna di fare il grande, soffocando nella tragedia più assoluta un popolo intero.

Ma noi, tanto per distrarci un po’ soffermiamo per un momento l’attenzione sulla nostra piccola Carinola.
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Certo, tra i tanti, uno dei punti nevralgici del Comune resta sempre l’imperversare del Covid-19, alleviato solo in alcuni casi dal manifestarsi della sua meno grave forma asintomatica, ma sempre di COVID si tratta. E così, sarebbe utile e saggio prendere atto della cosa, seguitare ad affrontare la questione con la giusta preoccupazione e senza lagne eccessive, e guardare avanti.

Anzitutto e dappertutto, niente più DAD e buona, ottima, scuola a tutti. Ad ogni buon conto, stando al puntuale bollettino quotidiano del numero dei casi di positività, che a volte sembrano lentamente scemare e altre impennarsi, possiamo di giorno in giorno seguirne l’ andamento altalenante; per lo più, nella peggiore delle ipotesi, si può giungere alla decisione di tenere chiusa per qualche giorno questa o quella classe, senza per questo arrivare a turbare minimamente l’equilibrio e le abitudini delle ragazze e dei ragazzi che frequentano le varie scuole del nostro Comune, ma lo stesso vale anche per le altre realtà territoriali.

Come se non bastasse, siamo nostro malgrado costretti a familiarizzare anche con le cosiddette “varianti” DELTA, OMICRON \1 e 2 o altre che siano. Tuttavia è bene rimarcare il fatto che la triplice dose del vaccino, per chi ha avuto la normale intelligenza di farla, non immunizza pienamente il soggetto che vi si è sottoposto, ma può rendere meno gravi le conseguenze, e non è poca cosa.

Ovviamente lasciamo immergersi e soffocare nella loro infinita stupidità, i novax d’accatto che se la ridono beati per essere scampati, per adesso, al COVID-19 che per loro, beninteso, è tutta una montatura, una macchinazione.

Venendo ora a spigolare tra le frazioni del nostro Comune, dove nulla sembra alterare l’andazzo delle cose, soffermiamo brevemente lo sguardo sulla frazione di Casanova. Recentemente, pensate un po’, addirittura è stato presentato e approvato un progetto relativo al rifacimento e messa in sicurezza del manto stradale di via Grancelsa. Infatti ultimamente a seguito dei violenti nubifragi abbattutisi in zona nei mesi di novembre e dicembre, si è reso necessario, da parte dell’Amministrazione comunale, eliminare il rischio idrogeologico attraverso la cura e la pulizia dei fossi laterali della strada: ma lo si è fatto? Lo si farà? In che modo? Chissà…

Ma questo non è certo l’unico problema che affligge Casanova e d’intorni: che dire infatti della viscida lordura che continua a caratterizzare la povera Selleccola che accompagna il paese e il Comune fino a Cascano? Eppure c’è dell’altro. Ahimè sì…

Infatti l’imbecille di turno ha ben pensato di sottrarre una fotocamera istallata dai vigili urbani; ma gli imbecilli si moltiplicano e sono per ogni dove; così una ampia e variegata banda di costoro si è peritata di andare in trasferta a gettare sulle nostre strade, vedi sempre la Selleccola, i loro fratelli rifiuti che, proprio come loro, appestano l’aria di schifosi e maleodoranti effluvi.

E Carinola? E il suo territorio?

Niente paura! Mentre si parla perfino di isola ecologica e di altro ancora ogni cosa si perde nell’abbandono e nella trascuratezza delle sue strade, nell’ignoranza dei servizi essenziali per il territorio, per la collettività, per il Comune.

E poi… E poi… E poi c’è il poco, il niente, il vuoto, il nulla.
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Aspettative? Opportunità? È difficile il solo pensarle, strutturarle, attuarle, renderle tangibili, afferrabili e concrete. L’indifferenza ed il distacco, come dicevo, si riflettono anche su di una qualche possibile aspettativa; perché realizzare, ma anche solo progettare qualcosa neanche a parlarne. Ci si sguazza beati nel poco o nulla che la nostra piccola realtà ci da.

Si vive così di qualche accidentale rinvenimento che nella frazione di Casanova ha portato alla scoperta di un antico acquedotto d’epoca romana. L’importante avvenimento prima di essere adombrato dagli inciampi e dalle paralizzanti lungaggini dell’agire dei Beni Culturali, è stato sommerso dai borbottii della gente locale per l’inopportuno problema viario con relative sentite proteste. Ora si passa, si passa e presto dell’importante rinvenimento archeologico non si parlerà più, presto svanirà ogni cosa, persino il ricordo e ne saremo tutti ben contenti e soddisfatti.

Come si diceva per una strada che parrebbe resa percorribile, altre se ne ottundono nel comune rendendo or questo or quel tratto soggetto a una qualche riparazione di sorta. Così a un respiro di sollievo per un tratto reso accessibile , subito il sospiro s’arresta nella strozza per un altro di nuovo occluso.

Spero di non essere scivolato troppo nell’ovvio e di non essere stato troppo tranchant per le anime belle. Se è così chiedo scusa e che si volti pure pagina e si guardi dall’altra parte.

Dimitri Maria Pierri

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