La disuguaglianza è una scelta politica
Comunicato Stampa dell’Associazione Mondragone Bene Comune
Fra qualche giorno è Natale e per tanti nostri concittadini ci sarà poco da festeggiare.

Per queste feste le tante famiglie di Mondragone maggiormente in difficoltà neppure il bonus spesa hanno ricevuto dall’Amministrazione Pacifico, nonostante il Governo abbia inviato i soldi (e tanti soldi) per tempo, mesi addietro (il termine per la presentazione delle istanze è stato posticipato alla metà di gennaio 2022). Chi sa se il Vescovo Piazza nel ricevere nei giorni scorsi Pacifico insieme agli altri Sindaci del territorio abbia avuto modo di stigmatizzare l’inqualificabile comportamento dell’Amministrazione di Mondragone e di ammonire questi “primi cittadini” su come cresca sempre più la disuguaglianza nelle nostre città e sull’inerzia delle amministrazioni locali nel fronteggiare le tante nuove povertà. In Italia negli ultimi 20 anni si è registrata un’intensa crescita della disuguaglianza nelle retribuzioni lorde annue (Eticaeconomia). Con la pandemia, poi, – come mostra l’ultimo Rapporto sulla povertà dell’Istat – i poveri assoluti sono aumentati di 1 milione: da 4,6 milioni nel 2019 a oltre 5,6 nel 2020. Sono soprattutto famiglie con figli minori e redditi insufficienti per i bisogni primari. Stiamo parlando di chi ha perso il lavoro, dei tanti che sono passati da una condizione di precariato a una condizione di estremo precariato. Cittadini che sono stati travolti, anche a causa del caroprezzi e dell’aumento dell’inflazione (Agi). La forbice si allarga sempre più. È questa l’amara conclusione del nuovo World Inequality Report, il quale sottolinea come le disuguaglianze siano addirittura tornate ai livelli dell’inizio del Novecento. Confrontando le situazioni di disuguaglianza fra i Paesi e al loro interno, il rapporto sottolinea però che “la disuguaglianza è una scelta politica, non un fatto inevitabile”. Il rapporto sottolinea come fino agli anni ’70 la parte meno agiata della popolazione sia riuscita ad accaparrarsi fette sempre più ampie del prodotto sociale, mentre dagli anni ’80 in poi i più ricchi hanno visto sempre più aumentare i loro redditi. L’andamento della distribuzione della ricchezza va ancora peggio anche in considerazione- affermano i ricercatori- del fatto che l’Italia è uno dei primissimi Paesi al mondo per rapporto tra ricchezza privata e reddito nazionale. Tale indice è esploso dal 250% del 1970 al 650% del 2010 (oggi siamo intorno al 700%) e sta ad indicare che la distribuzione della ricchezza è particolarmente importante per valutare la distribuzione complessiva e dunque le disuguaglianze nel nostro Paese. Come si spiega questo andamento? Quali politiche si sono consolidate e rafforzate in particolare a partire dagli anni ’80? Il rapporto afferma che la disuguaglianza – e la sua crescita – è una precisa scelta politica e non è inevitabile. E si intreccia con il percorso di deregolamentazione del mercato del lavoro e di libera circolazione su scala mondiale di merci e capitali, con il copioso processo di finanziarizzazione, con il progressivo smantellamento dello stato sociale e con una sostanziale riduzione dei diritti dei lavoratori. “Bisogna reintrodurre il principio che le tasse devono essere pagate da tutti e non essere abbassate a tutti. Bisogna rispettare la progressività e il principio che chi più ha, più deve pagare”, ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini dal palco di piazza del Popolo nel giorno dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil (Huffington Post). “Siamo in una situazione che non è molto diversa da quella che portò alla Rivoluzione francese: c’è una fuga in avanti verso il debito pubblico che si spiega con il fatto che non si riesce a far pagare le classi privilegiate”, ha detto l’economista Thomas Piketty (Repubblica). Ma anche su scala locale, nei nostri Comuni, si può e si deve agire contro le crescenti disuguaglianze: rivedendo profondamente -in termini di progressività- la tassazione locale, combattendo l’evasione e l’elusione, rafforzando e “rivoluzionando” il welfare locale (più inclusivo e con più partecipazione, più volontariato, più prossimità, più soldi, più pubblico, più trasparenza e più professionalità), evitando la privatizzazione dei servizi pubblici, salvaguardando i beni comuni per restituirli totalmente alla collettività e “dirottando” su scuola, formazione, cultura, salute e ambiente le risorse che oggi vengono sperperate in clientele e prebende e in politiche di distruzione del territorio (fatte passare sotto la voce “ lavori pubblici”). Nel 2022 si tornerà alle urne per eleggere un nuovo Sindaco a Mondragone (e non solo). L’Amministrazione Pacifico che si congeda (speriamo definitivamente) non ha fatto nulla per combattere le disuguaglianze e si è dimostrata assolutamente incapace di governare la città. Si è contraddistinta- anzi- per lo smantellamento dell’Ufficio dei Servizi sociali, per non aver previsto un Assessore al welfare e per essere stata addirittura incapace anche di spendere le ingenti risorse del Governo a destinazione vincolata (per il welfare, appunto). Nel recarci in primavera alle urne teniamo presente tutto ciò e nella nostra scelta facciamoci per una volta condizionare da queste cose. In questo periodo di festa si è soliti fare regali e magari scambiarsi un bel libro da leggere. L’AMBC vi segnala come dono da leggere in queste settimane- e da segnalare a vostra volta- il rapporto 2021 della Caritas su povertà ed esclusione sociale intitolato “Oltre l’ostacolo” e pubblicato questo ottobre. Al suo interno si trovano i dati rilevati dalle 218 Caritas diocesane presenti sul territorio. “Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi” (Sant’Ambrogio). Buon Natale a tutte e a tutti.