Associazione Mondragone Bene Comune

Comunicato stampa

Un’Amministrazione muta e inerte sulle povertà come sul nuovo sostegno al reddito

L’aver affossato il Reddito di cittadinanza, come l’AMBC ha ripetutamente sostenuto, è stato un duro colpo per le tante persone in difficoltà.

Come tanti altri (e molto più autorevoli di noi) riteniamo ormai assolutamente indispensabile una misura nazionale rivolta alle famiglie e alle persone in povertà assoluta – estesa anche ai cittadini di origine straniera residenti almeno da un anno in Italia- accompagnata da servizi territoriali – sociali e del lavoro – potenziati e gestiti in maniera condivisa da Comuni ed Enti del Terzo Settore in grado di far fronte ai gravi problemi sociali che vivono i nostri territori.

Le destre al potere invece, sempre più affette da aporofobia, preferiscono chiudere gli occhi sull’evasione fiscale dei benestanti e dei ricchi, ma diventano spietate con i più fragili e vulnerabili.

Il Rdc andava corretto ma non andava assolutamente superato e men che mai con il provvedimento apparecchiato dal governo Meloni.

Una misura sbagliata innanzitutto perché vale per una categoria di persone e non per altre.

Da ieri è possibile attivare le procedure per il nuovo sostegno al reddito, “l’assegno di inclusione” partorito dalle destre e, infatti, fin d’ora sono in tanti a sottolineare come il metodo di accesso rischi di lasciare fuori molte persone.

Persone in povertà assoluta che, prima possibile, entro il 31 dicembre se vogliono avere l’assegno a gennaio, devono essere munite di Spid, devono registrarsi alla piattaforma Siisl, devono sottoscrivere il Pad.

Persone che devono avere un’email per controllare se arriva l’ok dell’Inps e che ogni 90 giorni dovranno recarsi ai Centri per l’Impiego (o ai Servizi sociali) perché sia confermata o no la loro condizione di assegnatari della misura.

Si potrebbe accedere anche attraverso i Caf, ma -come segnala l’Ordine degli Assistenti sociali- in molte regioni saranno operativi soltanto da gennaio.

Assistenti sociali, che attraverso la presidente dell’Ordine (Cnoas) Barbara Rosina, hanno fatto sapere che stanno per pubblicare un manuale semplificato perché ogni professionista possa fornire alle persone che si rivolgeranno ai Servizi sociali il sostegno necessario.

Tuttavia, resta la forte preoccupazione perchè- come si sa- i potenziali beneficiari di questa misura sono i nuclei familiari che includono almeno una persona con disabilità, minori, over 60 o in condizioni di svantaggio.

Persone non sempre in sintonia con gli strumenti informatici e che -anche a causa della ristrettezza dei tempi e delle Feste- rischiano di restare senza nulla nel mese di gennaio.

Come abbiamo denunciato a più riprese, a Mondragone le povertà negli ultimi anni sono aumentate in maniera esponenziale. Povertà che sono alla base anche degli ultimi tristi accadimenti.

Povertà che però non fanno parte dell’agenda dell’Amministrazione Lavanga, che -come quella precedente- si è dimostrata assolutamente non attrezzata a dare concrete risposte in tal senso.

Abbiamo disperatamente cercato di far capire che il servizio che andava rafforzato più di tutti era quello dei Servizi sociali e abbiamo denunciato la totale assenza di politiche sociali che superassero la mera logica dei contributi, dei soggiorni, dei ricoveri e anche delle solite clientele per prefigurare un nuovo welfare innanzitutto basato sull’integrazione delle competenze e delle risorse fra sistemi diversi e complementari (sociale, socio-sanitario, formazione e lavoro, politiche per la casa), sul riconoscimento del bisogno delle persone e delle famiglie.

Un sistema più aperto, coeso, più comunitario e “condiviso” nella co-progettazione e gestione. Un nuovo welfare che temiamo però non sia proprio nelle possibilità dell’Amministrazione Lavanga.

E, allora, restando “terra terra” ci limitiamo a chiedere: Cosa è stato fatto per cercare di gestire al meglio il nuovo sostegno al reddito?