(…) quando cerchiamo di definire stati di libertà, abbiamo a che fare con questioni relative all’identificazione di chi, sotto

quale descrizione pertinente per il riconoscimento collettivo, è libero di fare che cosa, rispetto a quali vincoli, entro quale campo di azione e significato sociale.
(Dizionario filosofico Treccani)

NO VAX, NO VAFF. (come direbbe Beppe Grillo)

Detta citazione dovrebbe essere presa in

considerazione da chi, per libertà, intende il diritto di operare e scegliere tenendo conto esclusivamente del suo volere, interesse e piacere.

Nicola Aurilio
Ma questa non è libertà! È arbitrio egoistico che antepone il proprio personale all’interesse collettivo, prova inconfutabile ne è la scelta dei cosiddetti “No vax”.

Liberi, sì, di scegliere il rifiuto della scienza, ma solo nel caso siano disposti ad auto-isolarsi, poiché in caso contrario la loro scelta può danneggiare (anche mortalmente!) la collettività che assume motivazioni protettive per sé e per gli altri.

I negazionisti, supportati dai vari populismi e fascismi che, facendo leva sull’ignoranza che impera largamente in persone sprovvedute, cercano facili consensi, a scapito, soprattutto, proprio di chi li vota. Votare una destra becera e, da sempre, a fianco dei ceti finanziariamente messi meglio, da parte di quella larga fetta di popolazione che, proprio per la protezione verso i capitalisti, vive in condizioni di miseria e analfabetismo, è come le martellate che il povero operaio si infliggeva su parti estremamente sensibili.

Questi approssimativi Paladini della Libertà, neanche sono consci che la loro mancanza di senso civico e sociale lede gravemente proprio il diritto alla libertà degli altri. Un cittadino deve essere libero di andare a bere un caffè, senza trovarsi affianco una persona che, per un malinteso senso della libertà, è un potenziale untore. Non parliamo poi dell’incidenza finanziaria di chi si ammala sulle risorse della Sanità , quando si è bisognosi di cura per la propria incoscienza e menefreghismo, perché allora sono gli italiani tutti a pagarne le spese, magari un solo centesimo, ma pur sempre un’estorsione vile e cinica.

La stessa argomentazione, scritta in modo da maestro quale Michele Serra è, la troviamo su “La Repubblica” di oggi 24 luglio. Leggerla renderebbe più chiari e incisivi gli argomenti, che con la nostra molto più modesta penna abbiamo cercato di illustrare.
N. Aurilio

Scritto da:

NICOLA AURILIO

Nicola Aurilio
Nasce a Casale di Carinola, un paese del Casertano, in marzo del 1947. Prima dei cinque anni viene colpito da una grave forma di polio-
mielite, in seguito alla quale
subisce una serie di interventi chirurgici, prima a Bologna e poi a Firenze. Ricomincia a camminare con protesi ortopediche, fin oltre i 50 anni, poi anche questa parziale riabilitazione cessa di avere effetto. Tali condizioni impediscono di andare a scuola e impara a leggere e scrivere da puro autodidatta. Si appassiona molto all'enigmista, in tutte le sue varietà, e presto debutta come autore, con una preferenza per i giochi in versi (enigmi, sciarade, indovinelli, ecc.). Pubblica quattro volumetti di poesia. Collabora a vari periodici enigmistici e non, cura alcuni lavori di altri autori, specialmente in prosa. Con lo pseudonimo di Ilion, riporta moltissimi premi in concorsi enigmistici e alcuni anche in campo poetico.
Per oltre trent'anni gestisce l'unica edicola del suo paese.
Ora dà alle stampe questa sua fatica nel campo sfingico, nata in tre-quattro mesi, che fa seguito a un altro volume edito nel 2000.