Sì li chiamano proprio così da queste parti questi fantastici funghetti che in

qualche caso non disdegnano di assumere proporzioni di tutto rispetto sia nel cappello che nel gambo, tutti gialli nel vano sforzo di confondersi con le foglie d’autunno cadute qualche giorno prima, quelli che l’enciclopedia in tre volumi di Bruno Cetto definisce “Cantharellus cibarius “ (nome volgare Gallinaccio) al nord conosciuti come “Finferli” e nelle Dolomiti da me trovati in Val Ladina anche di colore nero.

Sono loro in questo periodo che, sia gialli che neri, arricchiscono i nostri menù giornalieri specialmente se accompagnati con panna e tagliatelle ma ben altre ricette possono essere richiamate per quello che gli amici d’oltralpe amano cucinare e gustare a dismisura!

Il massimo credo sia però mangiarli con le focacce preparate dai forni locali sofficissime, spesse, bianche, calde e possibilmente con punte di rosmarino in superficie!

Per il forno c’è l’imbarazzo della scelta: c’è il classico credo a Croce di Casale, il tradizionale a Carinola S.Biagio, l’innovativo Bakery a Casanova: tutti offrono pizzette con scarola guarnita di capperetti e olive verdi e/o nere, il Bakery anche noci ma il forno di via Croce a Casale grazie ai broccoletti del titolare ha già anche quelli con pezzetti di pasta di salsiccia suina che preferisco essendo tutt’altra cosa dei pezzetti dei “Perfetti Beretta”.
Chiaro però che “de gustibus non disputandum!” Cioè non pretendo di essere nel giusto e potrei anche aver sbagliato nel giudizio sia in questa ultima affermazione che nell’intero articolo! Si accettano commenti e critiche!

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Buon appetito!