“Voi suonerete le vostre trombe noi risponderemo con le nostre campane!” Verrebbe da paragonare il contraddittorio tra D’Alema
e CALENDA, impegnatissimo nelle primarie di unico, per ora a contrastare la Raggi, come candidato in pectore a sindaco della Capitale a quello tra il famosissimo ambasciatore fiorentino del quindicesimo secolo Carlo VIII di Francia si dirige verso il Regno di Napoli, di cui si ritiene legittimo erede. Mentre viene accolto favorevolmente a Milano da Ludovico il Moro, incontra delle resistenze a Firenze, tornata repubblica alla morte di Lorenzo il Magnifico.
Campeggia su Repubblica di oggi una dichiarazione dell’ex Premier Massimo D’ALEMA e quella di Carlo CALENDA che non si limita a non condividerla ma la bacchetta così: “Parole alle quali, con casuale
tempismo, si aggiunge ieri una parallela presa di posizione di Massimo D’Alema in favore di Pechino. In una intervista a New China Tv, l’ex premier loda «lo straordinario salto compiuto verso la modernità e il progresso». La Cina, sottolinea, «è riuscita a fare uscire almeno 800 milioni di persone dalla povertà: risultato che mai nessun Paese ha raggiunto», un «grande merito storico del Partito comunista cinese». Posizione subito bacchettata da Carlo Calenda. «Lodare il comunismo in Cina è grave quanto e più che lodare il fascismo dice il leader di Azione – Milioni di morti e centinaia di milioni nelle mani di un dittatore squilibrato. Spero che D’Alema anche di questo abbia parlato nell’intervista. Altrimenti andrebbe stigmatizzato innanzitutto dai progressisti».

Scritto da:

Ceraldi Vincenzo

avvocato civilista blogger amministratore