Ricostruiamo il “campo da gioco” della politica locale
Comunicato Stampa dell’Associazione Mondragone Bene Comune
“Il Comune presenta una situazione economica e organizzativa drammatica…La capacità di spesa corrente è azzerata… Siamo, di fatto, in dissesto… La conseguenza è che, in queste condizioni della città, il sindaco diventa un commissario liquidatore”. Sono le parole con le quali l’ex Ministro e Rettore della Federico II, Gaetano Manfredi, ha detto No all’invito a candidarsi a sindaco di Napoli. Ma sono le stesse parole che potrebbero essere dette per il comune di Mondragone, poiché la situazione drammatica che indica Manfredi è -pur se a scala diversa- la stessa per la nostra città (come di tanti Comuni, soprattutto nel Sud). Come l’AMBC denuncia da anni, Mondragone vive una criticità finanziaria insostenibile (ancora una volta esortiamo il Consiglio comunale a chiedere pubbliche informazioni sulla procedura che ci vede davanti alla Corte dei Conti). Non abbiamo mai nascosto il fatto che i Comuni negli ultimi anni abbiano contribuito, attraverso una politica di tagli ai trasferimenti, al mantenimento dei parametri europei con ben 12,3 miliardi di €. Ma la crisi del bilancio del comune di Mondragone ha origini soprattutto nella cattiva amministrazione portata avanti per più di un ventennio. Lo sfascio del nostro bilancio ha responsabilità precise. L’art. 243 del TUEL definisce il dissesto come condizione nella quale non riesci, ad un tempo, a soddisfare i creditori e fornire i servizi comunali essenziali. E questa è esattamente la condizione nella quale siamo piombati da anni. Una condizione che si fa però di tutto per sminuire e addirittura per negare! La capacità di riscossione è da sempre inferiore al 50%, situazione che unita alla riduzione dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni e ad una spesa allegra ha di fatto determinato il dissesto dell’ente, che si continua però a voler negare anche di fronte all’evidenza e sulla quale il Consiglio comunale continua a non indagare adeguatamente e a non intervenire minimamente. L’incapacità di riscuotere è senz’altro la conseguenza del malcostume di strati sociali agiati o non in difficoltà economica, ma è anche dovuta ad una povertà fortemente cresciuta negli anni, che alimenta una sorta di “evasione di necessità”. Ma anche in questo caso ci troviamo di fronte all’assenza di qualsiasi politica di welfare in grado di rispondere all’impoverimento della città (ricordiamoci sempre che questo Sindaco passerà alla “storia” per essere stato l’unico a non voler né l’assessore al bilancio né quello ai servizi sociali). L’AMBC ha denunciato con forza la dislocazione nel tempo del rientro dal debito (la famosa polverina sotto il tappetino) che ha permesso di spalmarlo nell’arco di qualche decennio (inizialmente addirittura in un trentennio), facendo pagare alle giovani generazioni i debiti e i disavanzi formatisi magari quando i giovani di oggi non erano nemmeno nati. Stesso carattere (e, anzi, peggiore) hanno le ristrutturazioni dei mutui. La Corte costituzionale è intervenuta più di una volta e anche di recente, dichiarando inammissibile tale comportamento, ma da noi tutto tace, tutto resta impassibile e immobile. “I più deboli pagherebbero il prezzo più alto”, scrive Gaetano Manfredi. E ha ragione, perché sono loro a pagare oggi l’assenza di servizi- anche essenziali- e saranno le generazioni future a doversi sobbarcare l’enorme debito che si è accumulato storicamente dall’ex sindaco Ugo Alfredo Conte in poi. Tempo addietro proponemmo al Consiglio comunale di aderire formalmente alla proposta “Riprendiamoci il Comune” di “sanatoria dei debiti comunali”, soprattutto al Sud: https://www.attac-italia.org/riprendiamoci-il-comune-2/. Era un modo per tentare di coinvolgere il Consiglio comunale, che- come al solito e come per tutte le altre nostre proposte- non si è degnato di riscontro alcuno. E anche di recente abbiamo sottolineato il gravissimo errore nell’aver sprecato questa consiliatura senza aver posto mano alla gravissima crisi finanziaria. Manca un anno dall’uscita di scena di Pacifico. L’AMBC propone che questi mesi siano ben utilizzati, cercando di ricostruire finalmente il campo da gioco della politica locale (centrodestra+esperienze civiche e centrosinistra+esperienze civiche), dopo l’ubriacatura delle tante liste (e coalizioni) civiche (spesso di tipo personale e/o familiare), i cui progetti sono stati miseramente traditi (pensiamo al Patto Civico che portò alla vittoria di Pacifico). Un’ubriacatura civica che è servita però -e tanto- a qualcuno per fare camaleonticamente carriera alla corte del “sommo Governatore” e per assoggettare la città (qualcuno che per il futuro -dato il personaggetto- potrebbe però avere -cinicamente- “tutto l’interesse a disinteressarsi” di essa). Ma questi mesi dovranno anche servire a coloro che vorranno generosamente mettersi al servizio della città per studiare l’attuale condizione del bilancio e dei servizi comunali e per progettare cosa fare e come farlo, evitando “fughe in avanti”, estemporaneità e “coltivazioni inutili dei propri orticelli” (ed anche del proprio ego). Proprio in questi giorni si sta constatando che fare il sindaco attrae sempre meno (non si ricevono i tanti soldi e benefit dei Consiglieri regionali e a differenza di questi ultimi si hanno pesanti responsabilità!). Dobbiamo senz’altro evitare di ri-avere un sindaco per interposta persona, ma dobbiamo soprattutto agire per avere una sindaca o un sindaco con una chiara fisionomia politica, con una definita e lungimirante visione di città, con la forte consapevolezza dei problemi che ci sono (a partire da quelli finanziari) e con l’accertata capacità di saperli affrontare per risolvere. Una sindaca o un sindaco -in definitiva- profondamente diversi da quello attuale e che sappia mettere tra parentesi (una brutta parentesi) questi ultimi anni di civismo opportunistico e di incapacità gestionale.