Eternamente indebitati fino all’osso del collo
Comunicato Stampa dell’Associazione Mondragone Bene Comune
Abbiamo detto in tempi non sospetti che questa drammatica pandemia era arrivata al momento

giusto per le casse comunali di Mondragone in acclarato dissesto.

Nel senso che “grazie all’ammuina” di questi mesi, durante i quali tutti i Comuni si sono ritrovati in affanno per le mancate entrate, il Comune di Mondragone -già in default di fatto da anni- avrebbe cercato di piegare lo stato d’eccezione e i provvedimenti governativi “salva comuni” per cercare disperatamente di procrastinare il suo ineludibile fallimento.

E le “prove” di quanto asserito dall’AMBC si sprecano. La Giunta Municipale in questi giorni è stata costretta a riapprovare nuovamente il rendiconto di gestione 2019 (poi sarà la volta del Consiglio comunale).

Il motivo? Il “Genio del bilancio creativo” in ordine al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità ha fatto commettere due gravi errori. Il periodo di riferimento che ha considerato per la verifica della media delle riscossioni è stato quello degli esercizi tra il 2014 ed il 2018, mentre il periodo da considerare era invece quello relativo al 2015-2019.

Ma, soprattutto, ha applicato anche per l’esercizio 2016 una riduzione sul valore dei residui, applicabile invece soltanto fino all’esercizio 2015. Pertanto, sulla base delle necessarie correzioni, il valore esatto del F.C.D.E. a rendiconto 2019 è di € 68.645.494,33 e non già di € 54.885.359,92 come indicato nel rendiconto 2019, con un maggior disavanzo di € 13.760.134,41 (€ 68.645.494,33 – € 54.885.359,92).

“Per evitare il default per la maggior parte dei Comuni di Italia- scrivono i Geni in una botta di verità- l’art. 39 quater del D.L. 162/2019, ha previsto la possibilità di ripianare tale maggior disavanzo da Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, in non più di 15 esercizi successivi, con approvazione di una delibera consiliare da approvare entro 45 gg dall’approvazione del rendiconto, con imputazione della prima quota nel 2021 e fino al 2035”.

Non sappiamo se lo stato (disastroso) delle finanze locali sia compatibile con concorsi e nuove assunzioni e non sappiamo se il nostro Comune -stante questi due gravi errori- sia coinvolto dall’incremento delle esigenze di ripiano dei disavanzi a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 80 del 2021, avendo peggiorato il disavanzo di amministrazione al 31/12/2019 (e senza neppure godere dei benefici di cui al comma 1 dell’art. 52 del decreto legge n. 73 del 2021).

Speriamo che qualche Consigliere comunale interroghi su questo e su altro il Sindaco e Assessore al Bilancio, Virgilio Pacifico.
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Sappiamo per certo però che dopo aver spalmato -in barba a due sentenze della Corte costituzionale e nel silenzio incredibile della Procura della Corte dei conti- un “fottio” di debiti -quasi 30 milioni di €- lungo l’arco di trent’anni (€ 15.891.037,19 di disavanzo amministrazione al 2015 + 14.000.000 di anticipo di liquidità ottenuto dalla Cassa DD.PP.), caricandolo sulle spalle dei nostri figli e nipoti, ora lasciano quest’altro enorme disavanzo (di quasi 14 milioni di €) in eredità per i prossimi 15 anni.

Gli autori di un tale pasticcio, non nuovi ad errori, opacità, operazioni creative e dilazioni, che hanno permesso -tollerando- che incapaci amministratori costruissero lo sfascio dei conti comunali nel corso di almeno 20 anni di cattiva amministrazione (durante i quali hanno speso in lungo e largo senza incassare), fanno ovviamente ammenda, spallucce, si cospargono la testa di cenere, alleggeriscono e rassicurano.

Ma ancora una volta per “salvare la cadrega” agli attuali amministratori (che con la dichiarazione di dissesto finirebbero la loro carriera) e le tasche di creditori/fornitori, spesso scelti discrezionalmente, i responsabili tecnici si adoperano per scaricare gli effetti devastanti di un “dissesto di fatto” sui cittadini- soprattutto su quelli onesti che pagano tasse e tributi, che non evadono, che non agiscono nel sommerso, che non speculano e non sfruttano beni pubblici- privandoli di servizi essenziali (di cultura, welfare, istruzione, verde, trasporti ecc.) e per affossare la città, imbruttita, sporca, caotica e invivibile come mai nel passato.

Senza avere la correttezza e il coraggio di dire le cose come stanno, di imporre tecnicamente il dissesto e di voltare pagina, anziché assecondare, tollerare, apparare, appianare, dilatare e nascondere continuamente la polvere sotto il tappeto.

Quattro anni fa chiedemmo (e mettemmo nel programma scritto per Pacifico) una due diligence, da attivare immediatamente subito dopo il voto, per “scoprire gli altarini”, per fare luce sulle reali condizioni del bilancio e per dichiarare il dissesto o per avviare -qualora ancora possibile- almeno un serio piano di riequilibrio.

E anche a causa di questa istanza siamo stati fatti fuori! Aspettiamo ora -con trepidazione- qualche idea o anche solo qualche parola dal “nuovo che avanza”.

Concludiamo con un richiamo al prossimo anno scolastico.

Mondragone è stata una delle città che ha avuto le chiusure della scuola più lunghe d’Europa, record di cui vergognarsi.

La scuola in presenza da settembre deve essere una certezza per bambini/e, ragazzi/e.

All’assessora. Maria Viola, insediatasi di recente e alla quale formuliamo i migliori auguri di buon lavoro, chiediamo che metta in atto- per quanto di sua competenza- tutte le iniziative e tutti i processi necessari per garantire- a partire da settembre e per tutto l’anno scolastico- una scuola in presenza di qualità sicura.