Chi volesse sapere tutto o quasi su Caserta del periodo della Seconda Guerra Mondiale (1939 – 1943) e su Casanova di Carinola sin dall’origine, o almeno di quando non c’era neppure la primaria e l’istruzione veniva impartita dal maestro di turno, lungo la via che porta al Santuario della Madonna
Grande ed Eccelsa, anche a chi stesse portando un gregge al pascolo, deve leggere i suoi scritti. È descritta una Casanova ante litteram è chiaro, neppure il compito del lettore viene facilitato da una rigorosa cronologia.
Il vero e proprio humus della produzione letteraria di Umberto DI DONATO parte da: “GOCCE CARICHE DI MEMORIA”, un compendio di momenti di vita, corredato da fotografie d’epoca di tutto rispetto, iniziando dalla copertina che riproduce una donna al Borgo dei Laurenzi della frazione di Casanova di CARINOLA con, sulla testa, quattro o forse più pagnotte di pane, appena sfornate, su una tavola di legno, donna ferma a fare due chiacchiere con una compaesana!
Sempre in queste “Gocce cariche di Memoria” ci sono ricordi del primo bombardamento a Caserta del 27 agosto 1943 che risparmiò miracolosamente la casa dell’autore in via Giambattista Vico, ma distrusse completamente la chiesa di Sant’Anna e danneggiò l’adiacente ospedale, oltre che la Stazione Ferroviaria dalla quale si poteva raggiungere San Donato di Carinola, con la “littorina” che, in esercizio sino al 1944, da Sparanise portava a Gaeta.
Ma per saperne di più “sulla serenità contadina, sui ruderi del Convento di San Martino e sulla storia della famiglia Troianiello”, bisogna leggere il libro “L’Asina di zio Pasquale”, nel quale l’autore ritorna a parlarci insieme al cugino Francesco, figlio dello zio Pasquale, del suo amato paese natio e della piana di Carinola, così descritta nel 1581 dallo scrittore Frà Leandro Alberti, bolognese dell’ordine dei Predicatori: “Campo stellato, dove incominciava il territorio Falerno…in Terra Laboria, così definita dalla facilità e agevolezza del lavorare, riportando le citazioni di Plinio e di Strabone”.
Si tratta di un testo elegante, arricchito da centinaia di fotografie e commentate con la sua solita narrativa scorrevole ed interessante ed a tratti veramente unica, che fa apparire davvero ridottissimo il prezzo di copertina di appena 12 euro.
In questo come nelle altre opere dello stesso autore è sempre presente il ricordo della sua cara zia Suor Pacifica (1886-1968), al secolo Maria Giuseppa Troianiello, esemplare figura di religiosa della quale nel 130mo anno dalla nascita, per interessamento del nipote Umberto, venne esposto un ritratto all’interno della sacrestia della Chiesa di San Pietro Apostolo di Casanova, dove la suora fu battezzata.
All’interno del libro “Gocce Cariche di Memoria”, nella “prima goccia” l’autore narra un viaggio effettuato di sera nel 1934 dai suoi genitori, da Monopoli di Bari, dove il padre era il comandante della locale Guardia di Finanza, a Polignano a Mare. Gli sposi, uniti in matrimonio a Napoli nel 1929, avevano già tre gli: Pio, Imma e Lorenzo, ma quel viaggetto, descritto nei particolari con estremo amore e delicatezza, avrebbe provocato la scintilla che si concluse nove mesi dopo a Carinola, con la nascita del quarto figlio Umberto, il nostro concittadino scrittore. Significativamente il capitolo s’intitola “Io c’ero”.
Tra le raccolte di “memorie” troviamo anche un’interessante ed accurata disamina sull’antifascismo ed il riscatto femminile a Caserta, sostenuto dai membri della famiglia dell’Avv. Angelo de Dato e dal Reverendo Don Adolfo l’Arco (1916 – 2010), professore di storia e filosofia, emerito teologo della scuola di Don Bosco, nato a Fontanelle di Teano, a pochi chilometri da Carinola e vissuto per diversi anni a Caserta, nell’Istituto dei Salesiani. La sorella dell’Avv. de Dato, Antonietta dedicò la sua breve esistenza a cercare di migliorare la condizione femminile, organizzando nel casertano circoli e associazioni di donne. Dotata di grande cultura e senso religioso fondò i primi Circoli Femminili Cattolici di Caserta, Falciano, Maddaloni, Casagiove, Maddaloni, e San Nicola La Strada, con l’appoggio dell’allora Vescovo Natale Gabriele Moriondo. Come si può rilevare Umberto Di Donato non ha perso mai i contatti con la sua terra d’origine.
La più affascinante sua opera è certamente: “L’Asina di zio Pasquale”, che si chiamava “Cardella”. Svelo così per i posteri il nome dell’asina protagonista del libro, che sicuramente vi terrà, più degli altri, incollati alla storia e che leggerete sino in fondo e tutta d’un fiato! Per me è stato così e sono certo che lo sarà anche per voi!
Mi piace infine precisare che il nostro Umberto Di Donato è anche Presidente a Milano del Museo della Macchina da Scrivere, da lui stesso fondato nel 2006.
Un’ultima preziosità per Carinola: nel museo di Milano è esposta anche la macchina da scrivere Remington, costruita nel 1907 a Ilion – New York (USA) e appartenuta a Matilde Serao, scrittrice napoletana e fondatrice del Mattino, originaria di Ventaroli di Carinola. Nel nostro Comune sono ancora presenti numerosi parenti della Serao e vivi i ricordi dei suoi numerosi scritti, tanto che da diversi anni viene svolto in suo onore il “Premio Letterario Matilde Serao”.