Non ci paga nessuno per pubblicizzare questo e/o quel forno del nostro comune ma

bisogna dare “a Cesare quel che è di Cesare e se, incontro ogni giorno a Croce di Casale amici di sempre e da sempre una ragione ci sarà mi sono sempre detto ed ho dato la motivazione nel sapore del calascione con la scarola e nella presenza delle olive snocciolate e nei mini capperetti oltre alle alici sott’olio!

La foto è relativa ad una pizzetta che non è quella descritta nell’articolo.

Stranamente però proprio oggi ho voluto provare il prodotto di un altro forno di una grande frazione del nostro comune e dire che dopo averla vista e provata sono rimasto sconcertato è poco!

Chiaro che non ci ritorno più perché non voglio più gettare nella spazzatura quello che per altri può avere un significato completamente diverso ma solo perché, come dicevano i romani :”i gusti non si discutono!”

Posso assicurarvi però che “tra quello che mancava è quello che c’era in più” non c’è paragone: la pizzetta di Croce di Casale vince 4 a zero:1)Non si sa a che ora viene sfornata per trovarla calda;2)la carta oleata per la confezione le olive allo stato sembra sconosciuta e comunque non viene utilizzata;3) Sia la parte superiore che è pure bruciacchiata in più parti, sia quella inferiore sono praticamente quasi non commestibili ed infine la scarola non mi è sembrata di ottima qualità e nemmeno ben cotta.

Sarà il periodo festivo ma dopo un paio di bocconi ho desistito ed evito di dire la fine che ha fatto.

E’ come se l’avessi fatta io!

Non ci si può inventare fornaio così come non ci si può inventare qualsiasi attività se non si fa prima credo pratica con chi quel mestiere lo fa da tempo e con successo!

Altrimenti si fa propaganda a chi le cose le sa fare e resta solo “accontentarsi di quello che passa il convento” , ma bisogna sentirsi frate e accettare il “brodo lungo e seguitate. . . come diceva il frate che faceva aggiungere acqua al brodo per ogni nuovo ospite in arrivo!

Dov’è il forno di cui sopra?

Chi lo frequenta e chi lo gestisce lo potrebbe sapere o addirittura lo sa!

Speriamo cambi qualcosa!

Nel suo esclusivo interesse!

Se critichiamo è perché desideriamo il suo bene!

Basta poco come diceva una famosissima Mary Poppins di tanti anni fa: “basta un poco di zucchero e la pillola va giù!

Basta che snoccioli le olive contenute e non rischia così che qualche suo cliente si rompa qualche dente vero o falso!

Basta che la scarola sia meno grande e che prima di consegnarla nella busta bianca incarti la pizzetta in carta oleata, come fanno tanti suoi colleghi fornai!

Buon lavoro e buona pizzetta 2023!
Siamo alla fine di Ottobre2023 e oltre che molta acqua sotto i ponti debbo confessare che da molti mesi ormai mi sveglio all’alba per raggiungere il forno di Carminuccio, al secolo Carmine Di Cresce, dove credo nascano non per partogenesi bensì per grande capacità del fornaio pasticciere Carmine Di Cresce, cascanese doc, che oltre che un pane che profuma di buono ed i genuino, fa delle pizze con scarola ed oliva verde oltre che capperi strepitosi ed unici fino al punto da spingermi all’alba o giù di lì quotidianamente in quel di Casale dove un tempo vivevano gli antenati di Don Franchino, al secolo Franco Bianchini divenuto di recente famoso perla casa vinicola BIANCHINI E ROSSETTI che gestisce con il nipote!

Delizioso il mattino percorrere la provinciale 36 che dall’Appia porta Casale, specie quando imbocco la via della Posta e c’è sempre un nutrito gruppo di micetti intenti a dividersi il pasto su un poggetto all’angolo dove qualche amico ha messo scodelle e cibo per gatti, sono uno spettacolo di bellezza edi bontà grazie soprattutto a chi lo prepara quotidianamente!