Oggi è venerdì da sempre giorno di mercato per il nostro capoluogo di Comune ed un tempo, quando le botteghe di generi alimentari che si contavano
sulle punte delle dita di una sola mano dell’intero comune ed unico e solo mercato a celebrarsi era in piazza Castello allora come oggi!

Durante il resto della settimana padroni del campo erano gli esercenti del commercio ambulante che facevano sentire il loro transito per attirare l’attenzione delle massaie casalinghe!

Alcuni degli ambulanti come, se ben ricordo, Carmeniello o Carminuccio o’ piattaro che con un mezzo con grosse ruote tutto in legno che chiamavamo “traino” , trainato da un cavallo, vendeva casalinghi ed utensili in metallo o in ceramica per lo più bianca e smaltata.

Ma veniamo a quello che poi veniva servito a tavola con questi piatti!

No so quanti nel seguire il dettato evangelico di non “consumar carne il venerdì” abbiano poi diretto le loro intenzioni culinarie verso il mare o addirittura verso il fiume !

Incredibile ma vera la maestria con la quale viene operata la “sfilettatura” che poi è una vera e propria liberazione del pesce dalla sua parte peggiore “le spine”, per me una vera “croce “ se è vero come è vero che da scapolo professavo la teoria che mi sarei sposato quando avrei trovato una compagna così innamorata da “spinarmi” il pesce a tavola!

All’epoca a Casanova non mi pare vi fosse un pescivendolo che lo facesse e la Caterina che con la sua cassetta appoggiata sul capo passava sulla strada che portava a Carinola, non ancora assurta al rango di “provinciale”, si limitava alla rivendita di alici, tra l’altro utili per il vitto di un airone cenerino trovato da Valentino (l’usignolo di San Ruosi, proprio lui) in riva di Pozzano, fino a quando mia madre Adele non decise di sostituirle con una qualità di pasta:le penne, un fatto che mi ricorda quel tale che mise gli occhiali con lenti di colore verde all’asilo e mettendogli davanti il giornale anziché l’erba fresca.