Articolo EROI DI GIORNATA – N. Aurilio

“Beato il popolo che non ha bisogno di eroi”, disse Bertold Brecht. L’Italia,

evidentemente, non è beata, infatti di eroi ne creiamo a iosa.

Eroi effimeri che durano qualche giorno e poi vengono soppiantati da altri.

Ultimi cronologicamente sono i partecipanti al festival di Sanremo, molti completamente sconosciuti che, nel giro di tre minuti occorrenti per intonare i loro poemi, hanno invaso e perdurano ancora sui vari social.

Ma prima ancora ricordiamo il fantomatico Flaximan, autore di una falcidia di autovelox, soprattutto là dove si è imposto il limite sei 30 km in centri abitati.

Questo signore che, evidente, ha fretta li taglia alla base.

Applausi dai popoli oppressi che non possono procedere a tutto gas sulle loro Ferrari.

Poco importa che il limite ha abbassato del 21% la quota di incidenti, magari risparmiandoci qualche vittima tra i pedoni (questi importuni sempre tra le ruote dei poveri automobilisti!).

E poi per arrivare in tempo bisogno fare il disumano sacrificio di alzarsi qualche minuto prima.

Ma come di permettono di promulgare una cosi sadica imposizione!

Purtroppo anche l’eroico Flaximan, come sopra detto, è ormai quasi dimenticato, scoraggiato per essere stato soppiantato dopo così valorosi vandalismi, da un pugno di cantanti (si fa per dire) senza voce, e, ormai, (forse per protesta per non godere più di popolari apoteosi) sembra essersi ritirato in buon ordine.

Un vero peccato.

Questo essere (consentitemi di esagerare nella definizione), paladino degli strombazzanti velocisti impazienti di giungere alla meta e, soprattutto, di dimostrare di un essere inferiori ai campioni di Formula 1, frustrati da un limite che li priva dell’ebbrezza di avvicinarsi al muro del suono.

Per restare in tema canzonettistico formiamo un unico coro intonando al suo indirizzo:

“Torna sta pista aspetta te”.

Scritto da:

NICOLA AURILIO

Nicola Aurilio
Nasce a Casale di Carinola, un paese del Casertano, in marzo del 1947. Prima dei cinque anni viene colpito da una grave forma di polio-
mielite, in seguito alla quale
subisce una serie di interventi chirurgici, prima a Bologna e poi a Firenze. Ricomincia a camminare con protesi ortopediche, fin oltre i 50 anni, poi anche questa parziale riabilitazione cessa di avere effetto. Tali condizioni impediscono di andare a scuola e impara a leggere e scrivere da puro autodidatta. Si appassiona molto all'enigmista, in tutte le sue varietà, e presto debutta come autore, con una preferenza per i giochi in versi (enigmi, sciarade, indovinelli, ecc.). Pubblica quattro volumetti di poesia. Collabora a vari periodici enigmistici e non, cura alcuni lavori di altri autori, specialmente in prosa. Con lo pseudonimo di Ilion, riporta moltissimi premi in concorsi enigmistici e alcuni anche in campo poetico.
Per oltre trent'anni gestisce l'unica edicola del suo paese.
Ora dà alle stampe questa sua fatica nel campo sfingico, nata in tre-quattro mesi, che fa seguito a un altro volume edito nel 2000.