Il treno azzurro corre lontano e a pieni giri.

Diciotto (18) punti che parlano anche oggi di una squadra che ha raggiunto una tale

consapevolezza di sé da potersi permettere di dettare i ritmi della gara a proprio piacimento.

Víctor Osimhen sempre più impressionante nell’essere capace di seminare panico tra le difese avversarie.

La sua velocità supersonica, a tratti imbarazzante per il resto degli attori in campo, la sua tecnica e la gioia e la grinta che profonde a piene mani in molte delle azioni partenopee è l’unguento che i nostri occhi necessitavano dopo certi scempi di non lontana memoria.

Eppoi c’è lui. Anguissa.

L’uomo che (per molti) viene dal nulla a predicare calma, sicurezza, idee. Come se quel centrocampo azzurro fosse suo da sempre. Pronti, via e ci ritroviamo probabilmente il più forte centrocampista di questo campionato. Un portento.

Eppoi ci sono gli spalti. Quegli spalti che sembrano essere regrediti a partita di beneficenza, dove senti cori improbabili e dov’è la squadra a trascinare il pubblico e non viceversa.

Ma cosa succederà, stando così le cose, quando ci sarà l’inevitabile momento in cui saranno gli undici in campo a necessitare quella spinta, quell’essere presi per mano che soltanto il tifo organizzato sa fare?

Si usi il buon senso e non si rovinino i sogni (e mi fermo qui).

Giulio Ceraldi

#ForzaNapoliSempre