Povera provincia di Caserta
Comunicato stampa dell’Associazione Mondragone Bene Comune
In un solo giorno due notizie bruttissime (ma non inaspettate) per l’ex provincia di Terra di Lavoro. Due rapporti annuali che certificano ancora una volta il disastro del nostro territorio, del suo mare e della sua montagna, classificandolo come sempre “maglia nera” d’Italia (una provincia permanentemente in fondo a tutte le classifiche ambientali e socio-economiche). Sono state presentate le Bandiera blu 2021 in Italia e in Campania, il prestigioso riconoscimento assegnato annualmente dalla Fee, Foundation for Environmental Education. La Campania risulta la seconda regione in Italia per Bandiere blu, dopo la Liguria, con ben 19, una in più rispetto al 2020. Le Bandiere blu (uno dei tanti obiettivi mancati dall’Amministrazione Pacifico) vengono assegnate ai comuni rivieraschi e agli approdi turistici secondo una serie di precisi standard e criteri: le aree di balneazione a livello nazionale (o internazionale) devono avere almeno un punto di campionamento per le analisi delle acque di balneazione e la spiaggia deve avere i servizi necessari e gli standard in conformità ad una serie di criteri che riguardano ovviamente la qualità delle acque ma non solo, come- per esempio- l’accessibilità della zona, i servizi offerti, il grado di sicurezza garantito e la gestione ambientale dell’area. Tra le province campane che affacciano sul Tirreno, Caserta è l’unica a non avere neppure l’ombra di una Bandiera blu. La regione Campania concentra le Bandiere blu esclusivamente nelle province di Napoli e Salerno: http://www.bandierablu.org/common/blueflag.asp?anno=2021&tipo=bb. Nello stesso giorno di presentazione delle Bandiere blu 2021 a cura della Fee, Legambiente ha presentato il Rapporto Cave 2021, dedicando un capitolo alla “devastazione del paesaggio a Caserta”. “Per capire l’impatto delle cave a Caserta e nei Comuni limitrofi- si legge nel Rapporto- basta osservare lo stato dei monti Tifatini, nell’area fra Capua e Maddaloni, oggi profondamente segnata dai 15 siti estrattivi presenti (8 a Caserta, 5 a Maddaloni e 2 a Capua) con fronti di cava enormi, visibili da ogni punto del capoluogo. Negli ultimi anni non solo la riqualificazione ambientale annunciata precedentemente dalla Regione Campania non è stata portata avanti ma sono stati prorogati i termini per l’estrazione nei siti in questione. Nel frattempo l’estrazione del calcare e lo sfregio generato al paesaggio ed al territorio sono diventati devastanti per le popolazioni di quest’area. La minaccia più tangibile è quella portata alle chiese di S. Lucia e di S. Michele, dove le cave non sono solo visibili e ormai sempre più vicine, ma contribuiscono al deturpamento di questi siti a causa delle polveri generate …”: https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2021/05/Rapporto-Cave-2021.pdf. E mentre il Litorale Domizio brilla anche quest’anno per assenza di Bandiere blu e mentre continua la devastazione del paesaggio della provincia di Caserta ad opera delle cave, la Gesac- Società di gestione servizi aeroporti campani- ha pubblicato il bando da 5,8 milioni di € per progettare lo sviluppo dell’aeroporto Costa di Amalfi. Ma noi “popolo bue” continueremo -come sempre- a seguire la favola dei Puffi, del Mago Omnibus e del suo giovane servitore Olivier. “La primavera intanto tarda ad arrivare”, cantava il grande Franco Battiato a proposito della nostra “Povera Patria”. Per la “Povera provincia di Caserta”, invece, la primavera potrebbe addirittura non arrivare mai. Ma solo ed esclusivamente per colpa nostra.

Scritto da:

Vincenzo Ceraldi

Avvocato cassazionista blogger da oltre un ventennio innamorato della sua terra e della sua famiglia che lo corrisponde! Amministratore comunale dal 2003 al 2008.