MELONI… TRA OSCURANTISMO E INQUISIZIONE Sono trascorsi ben più di due anni dalla gloriosa ascesa a capo del governo e
l’invitta nostra Presidente del Consiglio, pardon, il nostro Presidente del Consiglio, con mano ferma continua a segnare la retta via per tutto e per tutti. Con volontà ferrea e assoluta intransigenza invita le sue fide ridicole truppe d’assalto, il suo goffissimo manipolo di Sturmtruppen, ministri, viceministri, sottosegretari, parlamentari, giornalisti, televisioni e quant’altro a muoversi senza fiatare e seguendo i suoi ordini. Appena insediatasi in primis ha concesso l’alto seggio del Senato al fascistissimo e trombonesco La Russa, che vanta di serbare gelosamente maleodoranti lacerti del passato regime del suo amato Duce. I La Russa… Che spasso… Il fratellino, al quale quella nera famiglia non poteva che dare il nome di Romano, ha ben pensato, nel Consiglio regionale della Lombardia dove è stato parcheggiato, braccio destro levato, di prendere a pugni un inutile collega insulsamente di sinistra, sì, un rosso. Il nostro Presidente avendo saldamente preso in mano i gangli dell’informazione pubblica e privata, ormai ribattezzata “TELE MELONI”, non fa mai mancare i suoi trionfali peana riguardanti gli strabilianti risultati del suo Governo nonostante le macerie trovate… E se qualcosa non va è solo colpa di quelli di prima… A volte pare strafare e strafacendo, poverina/poverino, si confonde e va nel pallone donandoci ilarità con le grossolane gaffes alla calcolatrice andate in onda dal servile famiglio Vespa. Grazie alla sua devota amicizia con il fascinoso e conturbante plurimiliardario Elon Musk, dedito nel suo Paese ad ogni vizio e abuso da lei e dalla sua scalcagnata banda severamente aborriti e perseguiti, in cambio dei suoi impuberi occhietti dolci, viene da lui ripagata con uno sferzante attacco alle perfide “toghe rosse” nostrane, ree d’aver messo becco e tentato di gettare alle ortiche il costosissimo ghetto albanese, realizzato buttando via i nostri soldi; ma lei non si arrende e mai si arrenderà. Così il Presidente si vede costretto, ahi lei/lui, a tornare con i piedi per terra e adottare un sovranistico e fustigante piglio, anche se l’attacco del suo caro Elon non è servito per il momento a mozzare le mani ai magistrati (Toghe Rosse); da noi, anche se Giorgia/Giorgio tanto lo vorrebbe, non si può ancora… Ma tempo al tempo e si vedrà… il suo Elon le è sempre vicino! A proposito di occhi dolci… Come se non bastasse, eccolo a Parigi per il magnifico restauro della Cattedrale di Notre-Dame dopo l’incendio del 2019; ed anche lì, ancora un fugace incontro con il gatto e la volpe d’oltre Oceano, il suo Elon, che, strafatto, l’ha definita “la prima donna del mondo”, e il compare Donald Gambadilegno.Ma passate le scappatelle mentali e donchisciottesche, riecco il grifagno Presidente Meloni riassumere i panni a lei più consoni del Torquemada “de noantri”; è tempo di scagliare un sacrosanto anatema.Certo, il solo sentire parlare di maternità surrogata le provoca un prurito insopportabile per ogni dove; e quindi, a nome del suo italico governo, ribadisce che chiunque, donna immorale e persa, si rechi oltre confine per praticare un siffatto abominio, non potrà più calcare il Sacro Suolo Patrio; pena l’arresto con sempiterna ignominia per sé e, perché no, per le future generazioni… Almeno sette… Eppure il nostro povero Presidente che si sente, poverina/o attorniata dappertutto da lubriche ombre, non ha neanche il tempo di esaltarsi per la travolgente ed epocale vittoria alle regionali in Liguria da parte dei suoi, che subisce un duro risveglio. Passi pure per la sconfitta nella marcia e putrida Emilia Romagna, ma l’aver perso l’Umbria del suo ringhioso cagnolino Salvini? Ahi… Che botta… Ma, poverina/o, proprio non si può stare un po’ tranquilli… passato lo choc per la caduta del suo prezioso Ministro alla Cultura, il povero Gennaro Sangiuliano, finito inconsapevolmente tra le braccia e, beninteso, non solo, della Circe Dott.ssa Maria Rosaria Boccia (ma, intendiamoci bene, è tutta e solo una congiura per cercare di far innervosire il nostro serafico Presidente, null’altro…),
neppure il tempo di respirare ed ecco il Presidente sottoposto ad un’ulteriore rottura di scatole dovuta al nuovo ministro alla Cultura, sì, il successore della vittima sacrificale Sangiuliano, Alessandro Giuli. Ah… Questa benedetta cultura… Ed ecco Giuli e lo scatafascio dei principali musei italiani… Accidenti… Non ci sono i soldini e il borsellino di mammina Meloni è vuoto. Ma non c’è problema… Il nuovo ministro è lì e sforna citazioni a “gogò” altrimenti lui che ci sta a fare? Ecco… Ecco… Ulisse e i proci… “Lui conosce a memoria tutti i libri di Omero, li ripassa tre volte la mattina” (Cit. Francesco De Gregori, “Piccola mela”, album Rimmel). E indefesso il nostro “senvà” beato di sproloquio in sproloquio. E fosse finita qui… Tajani, l’austera e vigile guardia del sepolcro berlusconiano, è tutto preso ad azzuffarsi indecorosamente con il solito rompiscatole Salvini che mentre si gratta le innumerevoli pulci prendendo calci da ogni dove, ringhia penosamente di canone RAI e d’ogni altra cosa che può servire a dar fastidio ai suoi sodali. Ora dopo aver schiacciato anche quegli insulsi salvapulci o immigranti della Open Arms, grazie alla sentenza di giudici come si deve che lo hanno salvato dalle toghe rosse che osavano chiederne una sacrilega condanna, il nostro, mandando baci, piange grato per la sentenza che ha reso la Lega trionfante e lui viepiù felice e sculettante. Il suo ministro Valditara poi… è a dir poco ributtante quel che costui è riuscito a vomitare nel corso del ricordo di un momento difficile e tragico del Paese, che almeno era tenuto a non insozzare, ma ad uno stolto di tal fatta non si può chiedere questo, anzi non si può chiedere nulla. Intanto la Giorgia, con sorellina e parenti tutti al fianco, alla manifestazione di camicie nere di Atreju, sputa insulti e canta gloria…; allora teniamoci tutto questo ciarpame, è quanto il Paese Merita!