“Quante volte da bambini, al solo pensiero della morte di uno dei due genitori si crollava nell’angoscia più buia. Quella stessa angoscia

svaniva, come per incanto, quando la mamma ci prendeva in braccio, inebriandoci di quel profumo così familiare, non un profumo costoso oppure con un brand famoso, era solo profumo di vita, profumo di mamma, profumo d’amore. Io quel profumo d’amore non potrò mai più sentirlo, fino a quando il Buon Dio non deciderà, anche per me, il ritorno a casa. Non sono le grandi cose che mancheranno, non saranno i grandi gesti a scavare l’abisso nell’anima, sarà la quotidianità a minare la luce delle mie giornate, perché la mia luce non brilla più. Lei era la stella più bella del mio firmamento, ed io,a causa del mio maledetto pudore, ho riversato il mio fiume d’amore solo all’ultima scena della nostra storia. L’ho amata più della mia stessa vita, pensando che non l’avesse mai capito….invece aveva capito tutto, come sempre. Aveva capito che sarebbe stato il nostro ultimo sguardo, il nostro cercarci e capirci con un gesto, aveva capito che non sarebbe più tornata. E difronte alla morte ha fatto l’unica cosa che una mamma può fare con un figlio, mi ha rassicurata, come aveva fatto miliardi di volte nella sua vita, mi ha protetta, mi ha preservata dalla paura, mi ha amata, come ha fatto dal primo istante della mia vita all’ultimo istante della sua. Mia madre era una donna timida, fragile, umile, perbene, empatica fino alla sofferenza. Aveva dei grandi valori di cui ne faceva ragione d’esistenza. L’onesta, la verità, la solidarietà, la compassione, intesa come cum patior ( patire insieme), erano i tatuaggi che le ornavano l’anima. Mia madre è salita al Cielo il giorno di Pasqua e nulla succede per caso….il suo posto in Paradiso l’ha guadagnato con l’amore. Con tutto l’amore possibile.“ Queste le bellissime parole che la collega Dina Fiorillo da Casanova di Carinola frazione che piange più delle altre questa terribile pandemia, ha dedicate alla mamma sul suo profilo fb. Ma il dolore purtroppo non finisce qui perché anche Achille, il papà della collega Dina, è ricoverato presso il San Sebastiano di Caserta sempre a causa del covid!

Scritto da:

Vincenzo Ceraldi

Avvocato cassazionista blogger da oltre un ventennio innamorato della sua terra e della sua famiglia che lo corrisponde! Amministratore comunale dal 2003 al 2008.